EBOLILa prima presenza documentata di popolazioni organizzate in villaggi sul territorio di Eboli risale al neolitico.
Dal IX sec. a.C. nella Piana del Sele sopraggiungono popolazioni provenienti dall’Etruria meridionale, portatrici della “Civiltà Villanoviana”, su cui si innesteranno successive presenze etrusche.
Con l’avvento dei romani Eboli diventa Eburum, un fiorente centro artigianale e commerciale, in più diventa Municipium. Le origini del centro urbano si fanno risalire all’egemonia longobarda.
Nell’869 i Longobardi si insediano sul vecchio municipio romano e costruiscono il castello. Esso, circondato da mura e dalle sue cinque porte, fu eretto ad opera di Roberto il Guiscardo. La cittadina, fino alla metà dell’Ottocento si svilupperà in queste antiche mura.
Eboli, con la sua fortificazione, rappresentava un importante caposaldo nel sistema difensivo del Principato di Salerno.
I Normanni ampliano e potenziano il feudo, Federico II la elegge suo feudo privilegiato e nel 1286 viene edificato il Convento di San Francesco.
Nel periodo spagnolo ed aragonese Eboli mantiene il suo prestigio, difatti è scelta da Filippo II di Spagna come sede di principato da assegnare al suo segretario di stato Ruy Gomez de Silva che si fregia del titolo di “Principe di Eboli”. Nel corso della seconda dominazione spagnola, nel 1647, accade un episodio sanguinario, rappresentativo della lotta contro le usurpazioni fondiarie dei signorotti. Tredici proprietari terrieri vengono uccisi dai contadini in un agguato in un luogo che conserva tutta la memoria dell’accaduto: l’Arco dei Trenta.
Sotto il fascismo una imponente bonifica sottrae agli acquitrini e alle paludi vaste aree di territorio coltivabile, e da il via definitivo allo sviluppo del centro abitato verso la pianura.
Nel 1980 il terribile terremoto dell’Irpinia non risparmiò la città, provocando vittime, il crollo di palazzi ed il danneggiamento di scuole. La ricostruzione è stata completata solo alla fine degli anni ’90.